La fiducia nei team è il vero motore delle organizzazioni di successo

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­Pubblicato su Il Sole24 Ore il 7 marzo 2025 (link in fondo all’articolo)

La fiducia come elemento chiave per il successo aziendale: come costruire team basati su relazioni solide per ottenere risultati duraturi.

Le aziende vivono di tre cose: fatturato, margini e flussi di cassa.

Nient’altro.

Le aziende che prosperano nel lungo periodo non sono necessariamente quelle con le tecnologie più avanzate o le strategie più innovative, ma quelle che costruiscono team basati su solide fondamenta di fiducia reciproca, necessarie per raggiungere i tre obiettivi.

In un’epoca caratterizzata da trasformazioni digitali e riorganizzazioni aziendali, un elemento fondamentale rimane invariato: il valore delle relazioni umane.

Rimane valido lo studio di Paul J. Zak: chi lavora in organizzazioni ad alta fiducia dichiara il 74% di stress in meno, il 106% di energia in più sul lavoro e il 50% di produttività in più rispetto a coloro che lavorano in ambienti a bassa fiducia (Harvard Business Review – “The Neuroscience of Trust”, 2017).

Come ben dice Amy Edmondson nei suoi studi sulla sicurezza psicologica all’interno dei team, “la fiducia è come l’ossigeno per le relazioni professionali: non la notiamo quando c’è, ma ci accorgiamo immediatamente quando manca“.

Quando la fiducia viene a mancare, i costi sono tangibili e significativi.

Riunioni interminabili dove nessuno esprime apertamente il proprio pensiero, email con innumerevoli persone in copia per “tutelarsi”, verifiche ridondanti che rallentano i processi decisionali, meeting che continuano informalmente nei “corridoi” aumentando le tossicità.

Sono tutti sintomi di team dove la fiducia è assente.

È capitato anche a te, vero? A me diverse volte.

Secondo Edelman Trust Barometer 2023, il 69% dei dipendenti considera la fiducia un fattore critico nella scelta di restare o lasciare un’organizzazione, perché un team privo di fiducia genera anche costi emotivi elevati: stress, disimpegno e, in ultima analisi, elevato turnover (con relativi importanti costi di sostituzione: non meno di 10.000€ per persona).

Costruire fiducia: un approccio metodico

La buona notizia è che la fiducia può essere costruita metodicamente.

Non ci riflettiamo mai abbastanza ma non è questione di fortuna o di chimica personale, bensì di comportamenti specifici che possono essere appresi e praticati quotidianamente.

Secondo Patrick Lencioni, la fiducia non è un tratto della personalità, ma una competenza che si può allenare e che, come in un buon matrimonio, non viene mai del tutto raggiunta ma deve essere ricercata costantemente nel corso degli anni (“Superare le 5 disfunzioni del lavoro di squadra” – Franco Angeli).

Team ad alte prestazioni

I team caratterizzati da alta fiducia reciproca mostrano comportamenti riconoscibili: comunicazione diretta e trasparente, capacità di gestire conflitti in modo costruttivo, assunzione di rischi calcolati, e una notevole resilienza nelle situazioni difficili.

Mapparli e replicarli non è impossibile benchè si stia vivendo un momento storico di cambiamenti epocali mai visti prima. 

Per McKinsey entro cinque anni (nel 2030, di fatto domani) l’85% dei lavori che saranno presenti sul mercato, ad oggi, non esistono.

Se a questo sommiamo l’analisi del World Economic Forum che un paio di anni fa aveva definito in 4,2 gli anni medi di resilienza aziendale (cioè gli anni di cambiamento di una posizione lavorativa, interna o esterna all’azienda), ci rendiamo conto che la nostra agenda quotidiana deve cambiare se vogliamo trovarci, tra cinque anni, nella lista dell’85% dei lavori interessanti e utili.

Un vantaggio competitivo sostenibile

In un mercato dove le innovazioni tecnologiche vengono rapidamente replicate e i vantaggi competitivi tradizionali sono sempre più effimeri, è la qualità delle relazioni umane potenziate all’interno di un team che rappresenta l’unico vantaggio competitivo realmente sostenibile nel lungo periodo dalle aziende.

Senza team affiatati, sarà difficile raggiungere fatturati, margini e flussi di cassa importanti.

Senza potenziare la qualità relazionale all’interno dei team, gli stessi si impoveriscono, a svantaggio delle persone e, conseguentemente, dell’azienda stessa.

Dalla teoria alla pratica

Come tradurre questi principi in azioni concrete?

Iniziare con piccoli passi quotidiani: mantenere gli impegni presi, comunicare apertamente le difficoltà, dare feedback costruttivi, e creare spazi sicuri dove ogni voce possa essere ascoltata senza timore.

Chi ha la responsabilità delle Persone in un’azienda deve avere cura della loro employability nel tempo, creando percorsi di allenamento atti a potenziare le fondamentali competenze tecniche (digitali e non) E (volutamente in maiuscolo) le competenze soft.

In un’epoca dove il talento è mobile e le competenze tecniche invecchiano rapidamente, la capacità di costruire e mantenere relazioni di fiducia emerge come la vera competenza distintiva per professionisti e organizzazioni che guardano al futuro.

Non è più sufficiente affidarsi al caso o alla chimica spontanea: la fiducia va costruita con metodo, consapevolezza e impegno quotidiano.

La domanda che ognuno di noi (non solo i Leader) dovrebbe porsi non è più “Gli altri si fidano di me?”, ma piuttosto “Quali comportamenti sto mettendo in atto, ogni giorno, per meritare e coltivare quella fiducia e rimanere rilevante nel tempo?”.

Occorre partire da questa consapevolezza.

La risposta a questa domanda potrebbe fare la differenza tra un’organizzazione mediocre e una eccellente.

Più importante ancora, è il tipo di riflessione che, guardando indietro tra cinque anni, ci farà dire con sollievo: “Meno male che ho avuto il coraggio di affrontare questo tema“.

Investire oggi nella costruzione metodica della fiducia nei team non è solo una strategia aziendale intelligente, ma una necessità per rimanere rilevanti in un futuro del lavoro in rapida evoluzione

 

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 7 marzo 2025