Networking, il lato A della nostra vita

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 26 ottobre 2023

Luglio 2013, San Francisco

Posso ancora sentire il vento sferzante di Fort Point e la mia lotta per rimanere in piedi sotto il maestoso Golden Gate, che sembrava quasi beffarsi della mia ingenuità nell’affrontare la sua forza.

Ero in viaggio come Direttore della rete globale degli Alumni dell’Università Bocconi di Milano, un’esperienza che avrebbe cambiato la mia prospettiva sul networking per sempre.

Per otto incredibili anni, ho lavorato instancabilmente per sostenere la mia Alma Mater nel coltivare una rete di oltre 115.000 ex studenti sparsi in tutto il mondo. Ho girato il globo per sviluppare iniziative e progetti territoriali, creando squadre locali. Sono stati anni intensi e indimenticabili, pieni di incontri e opportunità.

Una cosa che non potrò mai dimenticare è il modo in cui il mio ruolo mi ha portato a stringere centinaia di mani e a raccogliere decine di biglietti da visita in ogni occasione.

Alla fine di ogni serata, mentre riponevo i vestiti in hotel, erano i mazzetti di biglietti da visita a farmi compagnia. La mia incredulità era palpabile, ma ho imparato a gestire questa abbondanza di contatti nel tempo.

Col passare degli anni, ho perfezionato il mio metodo per valorizzare i biglietti da visita, e ho condiviso questi segreti nel mio libro.

Torniamo a luglio 2013, a cena a San Francisco, mentre lavoravo per sviluppare uno dei due chapter californiani degli Alumni.

Questi eventi erano una miniera d’oro per riconnettersi con ex compagni di studi, costruire ponti tra le persone e creare sinergie che generassero opportunità per l’Università, per gli studenti e per gli Alumni stessi.

La mia missione era diventare l’anello di congiunzione tra le persone e scatenare scintille di connessione.

Dopotutto, il networking è un’arte che tutti coloro che lavorano in azienda conoscono bene.

Un principio fondamentale per una gestione delle relazioni di successo è la preparazione prima di ogni incontro.

Che si tratti di una videochiamata, un corso di formazione aziendale o una serata di gala, cerco sempre di studiare attentamente la lista dei partecipanti per avere chiari obiettivi e aspettative.

Ma ciò che rende davvero il networking interessante è il momento in cui superiamo le formalità.

Una conversazione aperta e autentica può far emergere l’essenza di chi siamo e cosa cerchiamo. Ed è in questa interazione che si svela un collegamento profondo tra il networking e le soft skills, quelle abilità personali che descriviamo con orgoglio nei nostri curricula.

Il networking è una palestra dinamica per sviluppare competenze legate all’intelligenza emotiva, poiché coinvolge la capacità di costruire relazioni significative.

La mia conversazione con Angelo Artale è un esempio lampante di questo concetto. 

Mentre molti presenti si concentravano sulle opportunità di business immediate, io e Angelo ci siamo raccontati sinceramente, mostrando un’attenzione autentica l’uno per l’altro e trovando punti di contatto nelle nostre storie. Dalla nostra origine comune nel sud dell’Italia ai luoghi preferiti durante gli anni universitari a Milano, abbiamo scoperto affinità che andavano oltre il mero interesse commerciale.

Ma cosa fare dopo un primo incontro? 

Non possiamo coltivare tutte le relazioni che nascono, ognuna richiede tempo e dedizione. La chiave è riconoscere il valore di ciascuna relazione e dare loro il tempo che meritano. Quando ho scoperto il tesoro nascosto dietro una gestione efficace delle relazioni, ho deciso di non lasciare più nulla al caso.

Oggi nella mia agenda, e per sempre, ci sono tre slot quotidiani di 15 minuti dedicati alla mia rete

Invio auguri di compleanno, do seguito a nuove relazioni, rispondo ai contatti che mi scrivono via LinkedIn, rinforzo quelle più datate e metto a disposizione i miei contatti. Sento una grande responsabilità verso la mia rete, ma non ne sono geloso

Una delle doti che più spesso mi vengono riconosciute è quella di unire i puntini: creare connessioni tra le persone, in modo che le opportunità di uno possano rappresentare la soluzione per un altro. La fiducia è il tessuto connettivo di ogni network, determinando la sua estensione, forza e responsività.

Con Angelo è avvenuto questo. Abbiamo saputo, entrambi, gestire la relazione in modo sincero, trasparente, credibile. Abbiamo mantenuto viva la nostra relazione, innaffiandola periodicamente con gli auguri di compleanno e con messaggi sinceri che condividevano pezzetti autentici delle nostre vite. Indipendentemente dal poter fare business o meno.

Nel 2018, ho ripreso la mia attività professionale precedente l’esperienza Bocconi, continuando a mantenere i rapporti con Angelo, nonostante la distanza geografica personale e dei nostri business.

A metà del 2021, Angelo mi ha informato che la sua nuova azienda stava espandendo il suo business in Europa. Chi avrebbe mai pensato che, nove anni dopo la nostra stretta di mano a San Francisco, il nostro legame avrebbe portato a un affare così importante? La relazione aveva già dimostrato la sua forza e vitalità.

Il mio impegno verso la mia rete è quotidiano e sincero. La reciprocità è il segreto.

Il mio obiettivo non è aiutare per essere aiutato, ma costruire un network capace di offrire soluzioni a tutte le persone che ne fanno parte. E dopo aver capito come farlo, posso dire che funziona a meraviglia.

Oggi il mio giardino di contatti è ricco e generoso. E ne sono orgoglioso.

Non solo perché ho piantato nuovi semi, ma perché ho continuato a innaffiare le relazioni.

Come dice Snoopy, “non cresce solo quello che semini, ma cresce quello che curi.”

E con questo, inizia la mia collaborazione con il Sole24Ore sul tema del Networking.

Il mio obiettivo è ridefinire il networking come una vera e propria arte della gestione della relazione umana. È un’abilità che tutti dovrebbero coltivare, non solo i venditori.

Ricordiamocelo. Insieme, esploreremo le molteplici sfaccettature di questa attività vitale: dall’importanza delle relazioni in un mondo sempre più virtuale e globale, al delicato equilibrio tra connessioni interpersonali e l’ascesa dell’intelligenza artificiale. 

Sarà un viaggio emozionante, e sarai sorpreso da quanto ne trarrai piacere.

E visto che mi piace lasciare sempre Takeaway, ecco i primi due:

Takeaway 1: Il networking è molto più di scambiare biglietti da visita; è un’arte che coinvolge la costruzione di relazioni autentiche e significative nel corso del tempo.
Takeaway 2: La reciprocità e la cura delle relazioni sono le chiavi per un network di successo. Innaffiare costantemente le connessioni può portare a opportunità inaspettate nel corso degli anni.

Pubblicato su Il Sole 24 Ore del 26 ottobre 2023