Networking, 4 consigli per gestire le relazioni personali in modo efficace

­­­Pubblicato su Il Sole24 Ore il 1 dicembre 2023

Dietro quella che può sembrare pura spontaneità, ci sono preparazione e la somma di tante ore dedicate a potenziare la cura del proprio network.

Sei bravo a fare networking perché sei portato e ti viene spontaneo”.

Me lo dicono spesso quando consiglio qualcuno di dedicare tempo a curare la propria rete.

Cerco sempre di spiegare che dietro quella che può sembrare pura spontaneità, ci sono anni di preparazione, la somma di tante ore che ho scientemente dedicato a potenziare la cura del mio network.

Non è niente di più.

Quello che sembra improvvisazione, altro non è che tecnica diventata abitudine.

Si certo, se sei portato hai un vantaggio ma non basta l’istinto.

Hai mai giocato a ping pong o visto una partita?

È un gioco veloce e i bravi giocatori sembrano prendere la pallina schiacciata dall’avversario con un gesto di istinto.

Ma non è fortuna. È frutto del metodo e dell’applicazione.

Hanno provato e riprovato tante volte e il loro cervello ricostruisce in pochi millesimi di secondo la traccia di quella pallina portando il braccio a compiere un movimento che erroneamente interpretiamo come “istinto” e “fortuna”.

Il cervello e il braccio sanno che se reagiscono in quel modo, in quel punto nascosto alla vista ci sarà l’incontro con la pallina. Lo sanno perché hanno “provato, provato, provato, provato” tantissime volte, anche di più di Amanda Sandrelli nel film “Non ci resta che piangere”. 😉

La stessa cosa mi è capitata quando sono stato invitato a partecipare al TedX Legnano.

Per 18’ di performance, ho lavorato più di due mesi tra scelta del contenuto macro, delle parole da usare, e allenamenti sugli sguardi, sulle pause, sui gesti.

Ho avuto dei bravissimi coach, come Diego Parassole, che mi hanno insegnato tecniche di valore.

Per partecipare a un TedX non basta saper parlare; bisogna saper trasmettere emozioni superando i filtri degli ascoltatori, e quindi occorre allenarsi a valutare ogni singola sfaccettatura. Per affrontare argomenti di apertura, non potevo compiere gesti minimali, altrimenti il percepito dell’uditore sarebbe stato contrastante. Se avessi voluto far percepire l’importanza di un incontro caratterizzato dal caffè, avrei dovuto allenarmi a far percepire a chi mi ascoltava il profumo della tazzina che stavo bevendo virtualmente.

Guardate il mio TedX che parla proprio di networking, e ditemi cosa ne pensate. (https://www.youtube.com/watch?v=g3AQgKma8iA&t=2s)

Con tutti gli altri partecipanti al TedX ci abbiamo messo del nostro.

Ore e ore di preparazione, sacrifici (tutti i sabati mattina per diversi mesi) e umile messa in pratica dei consigli degli esperti.

Ma cosa c’entra tutto questo con la nostra capacità di saper fare networking?

Se, come ho detto anche in altri articoli (e ripeterò) la nostra attività quotidiana principale non è altro che quella di gestire le relazioni con gli altri, che sia un Ted, una partita di ping pong, una riunione interna con i colleghi o un meeting con i clienti, o una discussione in famiglia, se ci alleniamo a gestire le relazioni in modo efficace, le possibilità che i momenti relazionali producano effetti benefici aumentano.

“E quindi su cosa mi alleno” starai pensando?

Innanzitutto, occorre creare un’abitudine e serve tempo.

  • Concentrati sul creare connessioni autentiche. Non cercare la quantità dei contatti ma la loro qualità. Ogni volta che ti relazioni con qualcuno della tua rete, dedica il giusto tempo, preparati andando a leggere i suoi ultimi post, cerca di carpire gli argomenti di interesse. Questo aspetto è utile anche per te per capire che più racconti di te, più le persone che si interfacciano avranno maggiori possibilità di conoscerti e strumenti per interagire.“Non ho tempo”, non è una risposta.
  • Lavora sull’empatia, che è la sciolina per creare relazioni efficaci. Ascolta più di quanto parli, sforzati di comprendere le esigenze degli altri perché crea un ambiente di fiducia reciproca. Nel tuo ufficio, impegnati ad ascoltare le preoccupazioni delle persone che lavorano con te e cerca soluzioni insieme a loro. Questo rafforzerà la tua leadership.
  • Sforzati di essere credibile e affidabile. Il “walk the talk” anglosassone (o il far seguire le parole dai fatti, diciamo noi) è fondamentale. Tutti desideriamo circondarci di persone che mantengono le loro promesse. Sii il primo / la prima a comportarti così.
  • Condividi, condividi e condividi. Il networking efficace non si fonda sull’ottenere, ma sul dare. Funziona come un conto corrente relazionale senza fido, che non deve andare a debito. Si versa di più di quello che si preleva. Collaborare e condividere risorse con le tue connessioni può portare a opportunità di crescita reciproca. Hai letto un articolo che pensi possa essere utile a un tuo contatto? Indicaglielo e ti dirà come minimo grazie per il pensiero. Non ti ringrazia? È un sintomo che forse quel contatto non merita di far parte della tua rete oppure può essere una scusa per riprendere il contatto chiedendo come stia e che il silenzio ti ha lasciato perpless*. Dobbiamo essere noi, come il bravo contadino, ad avere cura del nostro terreno. Se lo facciamo, ci sono buone probabilità che dia frutti. Poi può sempre esserci un’alluvione o una siccità o una grandinata. Ma se di sicuro non ci attiviamo, il frutto non nascerà.

Sembra teoria ma è tutta pratica.

Come ben dice Porter Gale nel suo libro “Your Network is Your Net Worth”, “La tua rete è il tuo patrimonio”.

Pubblicato su Il Sole 24 Ore il 1 dicembre 2023